La bicicletta è il perfetto traduttore per accordare l'energia metabolica dell'uomo all'impedenza della locomozione. Munito di questo strumento, l'uomo supera in efficienza non solo qualunque macchina, ma anche tutti gli altri animali (Ivan Ilich).

 

 

 

 

 

 

 

 

 

08/11/2015

NELLA PIANA DELLA FRASCHETTA, ATTORNO A MEDIA SILVA

Dalla stazione, a destra, percorrendo la ciclabile lungo il viale, si esce da Alessandria (km. 2) imboccando con attenzione la ex-SS 10 per Marengo. Oltrepassato il monumentale platano di Napoleone e attraversato il pericolosissimo ponte sul Bormida, (illegalmente reso impraticabile alle biciclette con il raddoppio delle corsie automobilistiche) si giunge alla grande rotatoria (km.4) all’altezza della cascina Pederbona. Presso tale cascina, nel 1928, fu scoperto il  cosiddetto “tesoro di Marengo”, costituito da oggetti in argento dedicati all’imperatore romano Lucio Vero.

 

Si svolta a destra, per imboccare una stradina, asfaltata e tranquilla  (dietro lo stabilimento Paglieri) che, dopo qualche chilometro e un sottopasso, porta alla località Molinetto. (km.7,5) Si prosegue a destra, seguendo l’indicazione per Frugarolo, dove si giunge dopo aver attraversato una pianura punteggiata da grandi tenute, come la cascina Camilla, oggi trasformata in agriturismo e la frazione Mandrino. A Frugarolo, borgo di origine medievale, si sono già percorsi circa 15 chilometri!  Così , ci si può concedere una breve sosta presso il  settecentesco oratorio della Madonna del Carmine, che si incontra appena entrati in Paese, sulla sinistra. 

 

Si riprende a pedalare e si incontra quindi, sulla destra, l’indicazione della strada per Bosco Marengo, (l’antica Media Silva). Dopo un paio di chilometri (km.16,5) si fiancheggia il complesso monumentale di San Pio V, il Papa piemontese Antonio Ghislieri, il futuro pontefice, nacque proprio a Bosco Marengo, il 17 gennaio 1504, in vicolo Castelvecchio, nel cuore del paese. La casa, composta da quattro camere,  si può visitare facendo richiesta al Comune.

Appena divenne papa, Pio V, si propose di realizzare il complesso di Santa Croce, comprendente chiesa e convento domenicano, in una posizione intermedia tra Bosco e Frugarolo. Scopo della scelta era unire i due paesi, facendo di Santa Croce il centro di una nuova città. La breve durata del papato di Pio V non permise al pontefice di vedere realizzato tale progetto. L’interruzione dei lavori alla morte del Papa (1572) e la serie di interventi succedutisi, non hanno determinato alterazioni troppo pesanti dell’impianto tardorinascimentale originario della chiesa. La facciata è di ordine dorico e in parte ionico; il portale, in marmi policromi, s’inquadra tra due colonne corinzie. L’interno, a croce latina, è a navata unica, fiancheggiata da cinque cappelle per lato. Le cappelle racchiudono pale d’altare di artisti prestigiosi, quali il Vasari e e il Moncalvo. L’altare maggiore è sormontato da un crocifisso ligneo cinquecentesco, coevo del bellissimo coro intagliato. Alzando lo sguardo, sopra l’altare, si ammira lo splendido “Giudizio Universale” del Vasari. A sinistra dell’altare maggiore, ancora Vasari con il suo “S.Tommaso e S. Vincenzo Ferreri”

Il convento domenicano racchiude due chiostri: il primo si incontra appena entrati. L’altro, con un bel loggiato, è al primo piano. Al piano terreno si può trovare accoglienza nel grande refettorio con decorazioni seicentesche, nella sala capitolare e nel luminoso locale destinato a cucina. Il convento di Santa Croce è aperto al pubblico in occasione di eventi, mostre, convegni. La casa natale del Papa, il complesso monumentale di Santa Croce, il monumento a San Pio V, il mulino e il lavatoio (attuale sede della riserva naturale del fiume Orba) fanno parte del circuito dei “luoghi di San Pio V”.

 

Uscendo da Bosco Marengo, all’incrocio con la provinciale per Novi Ligure, si incontra la chiesa romanica di San Rocco (sec. XI), situata nei pressi dell’antico cimitero, ubicato al di fuori del centro abitato, in seguito  all’editto napoleonico di Saint-Clou.

Seguendo la strada provinciale 150 per Rivalta Scrivia, si pedala in tranquillità e, oltrepassata la SS 35 (km.22,5), si procede, immergendosi nella piana della Fraschetta, un tempo regno di boschi e, secondo la leggenda, di briganti.

Si attraversano Quattrocascine, Mandrogne (km.27) e, a seguire, le frazioni di Porona e Poronetta, alternate alla terra rossa della campagna, a lunghi filari di gelsi, e alle ormai rare “trunére”, tipiche case di terra della Fraschetta di altri tempi. 

Si arriva velocemente a San Giuliano Vecchio dove, oltrepassata la ex-SS 10 per Tortona, si seguono le indicazioni per Sale. Dopo neanche un chilometro, si svolta a sinistra, in direzione Castelceriolo, imboccando, a piacere, una delle stradine del reticolato: Contrada Ebrei, Contrada Duomo o via Ventolina.

Si attraversa l’abitato di Castelceriolo (km.38), importante frazione alessandrina dalle  origini medievali, come testimonia il castello Ghilini. (dal castello parte uno sterrato che in pochi chilometri conduce al Museo di Marengo, raggiungibile in sicurezza solo da questa parte). Pedalando invece in direzione del cimitero, si imbocca la strada Grilla. Si prosegue, ancora lontani dal traffico delle auto,  costeggiando, a destra, l’argine del fiume Bormida sorvegliato, in lontananza, dalle sagome di Montecastello e del castello di Pavone.

Si giunge così, dopo circa 5 chilometri, ad incontrare nuovamente la ex-SS 10 all'altezza del ponte sul Bormida (km.44), che occorre affrontare, con grande prudenza, per breve tratto, in direzione Alessandria. Entrati in città si prosegue sempre dritto fino alla centrale piazza della Libertà

In tutto 47 chilometri, tutti in pianura.

 

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