La bicicletta è il perfetto traduttore per accordare l'energia metabolica dell'uomo all'impedenza della locomozione. Munito di questo strumento, l'uomo supera in efficienza non solo qualunque macchina, ma anche tutti gli altri animali (Ivan Ilich).

 

 

 

 

 

 

 

 

 

11/10/2014

MOBILITA' SOSTENIBILE: PARTIAMO DALL'ABC DELLA CICLABILITA'

Per un nuovo modello di mobilità sostenibile sono necessarie sia scelte politiche sia soluzioni tecniche. Quali sono i principi a cui si deve ispirare una piano per la mobilità a livello generale? 

Promuovere la mobilità sostenibile è un’operazione complessa. Serve una strategia globale, integrata e coordinata.

Innanzitutto è indispensabile avere la consapevolezza che l’attuale sistema trasportistico basato sulla motorizzazione privata è insostenibile per la salute, l’ambiente e la qualità della vita.

Incidenti stradali, malattie dell’apparato respiratorio, situazioni di stress e solitudine, malattie legate alla sedentarietà, occupazione di suolo pubblico, sono alcuni dei gravi problemi che il dominio culturale dell’auto privata ha determinato: compito della politica è di averne piena consapevolezza, per far maturare anche nell’opinione pubblica la convinzione che sia necessario invertire la rotta, promuovendo stili di vita più umani e “sostenibili”.

 

Quali sono secondo la Fiab le scelte necessarie per incentivare la ciclabilità?

Per incentivare la ciclabilità è necessario avere ben presente che non ci si rivolge solo a coloro che “normalmente” usano la bici per spostarsi in città, ma principalmente a coloro che potrebbero passare alle due ruote se le condizioni diventassero più favorevoli.

E allora, per pensare a un sistema di mobilità in cui la bicicletta come mezzo di trasporto urbano inizi ad avere piena dignità, sono necessarie precise e coraggiose scelte politiche e capacità tecnico- operative utili a pianificare, progettare e realizzare interventi di qualità a livello infrastrutturale, organizzativo e di comunicazione.

E nel caso particolare della città di Alessandria?

Il primo passo dovrebbe consistere nella redazione di un “abaco” della ciclabilità, una sorta di vademecum delle possibili soluzioni tecniche adottabili nei vari contesti della viabilità cittadina; in pratica uno strumento di lavoro destinato alla crescita della cultura tecnica degli operatori pubblici in materia di mobilità ciclistica, che permetta di programmare e progettare gli interventi specifici con una visione unitaria e coerente.

Quindi la stesura del “Biciplan”, ovvero il piano specifico che nell’ambito del PUT (Piano Urbano del Traffico), pianifichi la realizzazione a medio termine della rete ciclabile individuandone i principali percorsi, le tipologie, le gerarchie, le connessioni. Per poter passare quindi alla realizzazione di percorsi continui, confortevoli e sicuri che dai sobborghi e dai quartieri periferici conducano in centro, connettendo quelli già esistenti e mettendone in sicurezza i punti più critici.

Dare l’opportunità ai cittadini di pedalare su percorsi continui e sicuri è la premessa necessaria per lo sviluppo della mobilità ciclistica. Ma non sufficiente: per ottenere dei risultati è necessario che l’offerta sia accompagnata da azioni finalizzate a sollecitarne la domanda; a modificare le abitudini consolidate, mediante campagne di comunicazione intense e permanenti; a spiegare gli obiettivi dei nuovi interventi, illustrandone la convenienza per il cittadino e per l’ambiente; a rafforzare - attraverso processi di progettazione partecipata - nei cittadini la motivazione ad intraprendere comportamenti virtuosi.

Un settore fondamentale di intervento è la scuola; incentivando ad esempio la messa in sicurezza di percorsi casa-scuola, per cominciare con gli studenti a scoprire che un’altra mobilità è possibile. 

Ogni caso è a sé, ma ci sono ormai anche in Italia - oltre che in Europa - realtà che hanno sviluppato buone pratiche di mobilità sostenibile, da cui trarre insegnamento. L’obiettivo, ambizioso, che deve essere però chiaro, è quello di sconfiggere il predominio culturale dell’auto privata sul bisogno di mobilità.

 

intervista su alessandrianews

 

 

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