L’alleanza TRENO+BICI è strategica per lo sviluppo della mobilità sostenibile.

L’intermodalità tra i due mezzi è un toccasana sia nell’uso quotidiano della pendolarità locale, sia per lo sviluppo del cicloturismo.

Eppure, incomprensibilmente il servizio - al posto di essere implementato - continua a subire tagli.

 

Il caso più esemplare nel nostro territorio, che vanta eccellenze turistiche e che è penalizzato da problemi ambientali legati al traffico motorizzato, è quello della linea Alessandria - Acqui - Savona.

 

Il servizio è stato eliminato da quasi tutti i treni che percorrono la tratta nei due sensi nei giorni feriali, e addirittura completamente abolito nei festivi: una situazione paradossale, se si considera che i treni su quella linea, soprattutto nei festivi, viaggiano quasi vuoti; e se si considera che molti comuni del territorio interessato hanno investito negli ultimi anni in servizi e infrastrutture per sviluppo del cicloturismo e della Mountain bike.

 

Ma gli esempi di questa vera e propria vocazione autolesionistica sono molti: sulla linea per la Lomellina e Pavia il servizio è stato praticamente abolito nei festivi - a meno di non voler partire alle 5 di mattina - e fortemente ridotto nei feriali.

Non parliamo dell’eliminazione dei treni nei festivi sulla linea per Casale e Chivasso; o delle pesanti restrizioni e difficoltà sulla linea per Piacenza - e non solo legate al servizio treno + bici - dove è diventato indispensabile cambiare a Voghera, con l’ulteriore aggravio di una coincidenza spesso o imprendibile per chi deve spostarsi con la bici da un binario all’altro, o addirittura soppressa.

 

In una situazione generale in cui il servizio ferroviario locale subisce tagli, con pesanti ricadute sui territori, un ulteriore peggioramento aggrava quindi la condizione di chi vorrebbe abbinare al treno la bicicletta, rendendo quasi impossibile quello che nei paesi civili è invece la normalità quotidiana.